
“Il Bitcoin è una valuta virtuale bla bla bla…“. Su internet si trovano moltissimi articoli sui Bitcoin, la maggior parte dei quali inizia più o meno così, che cercano di riassumere un argomento molto ampio in poche righe. Così ho deciso di creare la rubrica “I Bitcoin spiegati a mio padre”, il cui scopo è cercare di spiegare il mondo che ci sta dietro in modo chiaro ed esaustivo.
Tornando alla definizione iniziale, per capire cosa sono i Bitcoin, dobbiamo capire cos’è la moneta virtuale, e quindi: cos’è la moneta virtuale? È una forma di denaro digitale. E cos’è il denaro digitale? Il denaro digitale è un tipo di moneta elettronica che esiste solo online. Ma allora cos’è il la moneta elettronica? (questa Matrioska pare non finire più…)
La moneta elettronica Ok, finalmente abbiamo risalito la corrente e quindi, per capire qualcosa in più, partiamo dalla sua definizione tecnica; la Commissione europea definisce così la moneta o denaro elettronico (in inglese e-money): “Un valore monetario rappresentato da un credito nei confronti dell’emittente che sia memorizzato su un dispositivo elettronico, emesso previa ricezione di fondi di valore non inferiore al valore monetario emesso e accettato come mezzo di pagamento da soggetti diversi dall’emittente” che, detto in parole povere, è “l’equivalente in forma digitale del denaro contante, memorizzato su un dispositivo elettronico” Un esempio tipico di moneta elettronica è il portafoglio elettronico (chiamato anche Smart Card o Carta prepagata), tramite il quale è possibile eseguire piccoli pagamenti usando un account personale ad esso associato.
Il portafoglio elettronico consente ad un individuo di eseguire transazioni monetarie (online o in un negozio fisico) tramite l’uso di dispositivi elettronici, come computer o smartphone o carte elettroniche. Di portafoglio ne esistono due tipologie:
- device-based: attraverso l’utilizzo di dispositivi elettronici dotati di tecnologia Near Field Communication (NFC), presente anche su alcuni smartphone, si può eseguire una transazione in modo molto semplice: appoggiando il device su un lettore si effettua il pagamento.
- internet-based: concede all’utente la possibilità di creare un proprio profilo a cui associare uno o più strumenti di pagamento come carte di credito o conti correnti bancari. Per effettuare un acquisto online basterà accedere con le credenziali del proprio profilo, senza dover fornire i dati della carta al sito e-commerce. PayPal o Google Wallet ne sono due classici esempi.
Torniamo al denaro digitale… Abbiamo detto che il denaro digitale è una forma di denaro elettronico, quindi un mezzo tramite il quale possiamo effettuare pagamenti online. Ma allora perché chiamare in modo differente la stessa cosa? Perchè una differenza c’è: mentre il denaro elettronico si basa sul fatto che la cifra presente sulla carta prepagata corrisponde a quanto versato in banca, e che quindi al pagamento o alla ricezione di denaro il capitale viene aggiornato, il denaro digitale invece è una forma di pagamento che sostituisce le normali banconote, e che può essere utilizzato per eseguire transazioni solo su internet. Di fatto, non esiste la corrispettiva valuta fisica.
Una delle prime società ad usare la moneta digitale è stata la E-gold, fondata nel 1996 e che faceva uso del Digital gold currency (DGC), una forma di valuta privata, e quindi indipendente dalle agenzie governative, basata sui metalli preziosi.
La sua caratteristica stava nel fatto che, a differenza di una moneta cartacea nazionale soggetta ad inflazione, un grammo di oro digitale aveva lo stesso valore in tutti i paesi del mondo in quanto l’oro è universalmente accettato in base al peso, non importa da quale fonte provenga. Un altro esempio è stata Liberty Reserve, fondata nel 2006, le cui valute erano il Liberty Reserve Dollars e il Liberty Reserve Euro, avente il loro equivalente in Dollaro(USD) e Euro(EUR). Entrambe furono chiuse dal governo degli Stati Uniti per riciclaggio di denaro.
La valuta virtuale Rimane però un problema: gli esempi appena descritti, nonostante fossero già qualcosa di più astratto rispetto ad una classica valuta nazionale, si basavano su qualcosa di materiale come l’oro, mentre, per quanto riguarda la valuta virtuale, la storia è diversa, in quanto a conti fatti si tratta solo di un insieme di numeri senza una tangibilità.Ma andiamo con ordine: le valute virtuali appartengono alla categoria delle monete digitali, quindi valute create e controllate da un team di sviluppatori indipendenti ed sono utilizzate tra membri di una specifica comunità virtuale.
Queste valute non hanno nessun vincolo giurisdizionale, perchè non hanno legami con una Banca Centrale o Enti pubblici ma possono essere legalmente accettate tra tutte le persone che decidono di usarle come mezzo di pagamento.Esse possono essere generate, immagazzinate o scambiate elettronicamente, il tutto senza il bisogno di organi che facciano da tramite. Al mondo ne esistono una quantità enorme, ma sono quasi un centinaio quelle con un reale utilizzo, tutte sviluppate da team differenti e con obbiettivi e caratteristiche differenti, se non per una cosa in comune: tutte usano un sistema crittografico, sia per la generazione che per la transazione delle stesse.
Per questo vengono chiamate criptovalute. Al tempo stesso però sono valute pubbliche, in quanto il codice sorgente è presente su GitHub, e chiunque può analizzarne il contenuto alla ricerca di falle o di possibili raggiri, o, perchè no, forkarne il progetto per crearne una valuta nuova. La prima ad aver preso piede, nonchè la più famosa è il Bitcoin. Per ora è tutto. Per scoprire tutto sulla storia del Bitcoin, come viene generato e perchè funziona, non vi resta che aspettare il prossimo articolo.