Tra buone e cattive notizie, ecco il punto sullo stato della nostra economia

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economia italiana

Le notizie che arrivano dai mercati finanziari e dai dati dell’economia, sono buone o cattive?

Buone: la Banca Centrale Europea (diretta dall’italiano Mario Draghi) ha abbassato i tassi di interesse fin quasi a zero e ha abbassato i tassi attivi in modo addirittura negativo. Così chi si finanzia in euro a tassi zero, per guadagnare qualcosa deve investire in altre valute, l’euro di svaluta e l’inflazione sale (qualche anno fa queste sarebbero state brutte notizie, ma ora sono buone).

Cattive. L’incertezza della situazione internazionale con due terribili focolai di guerra in Ucraina e nel Medio Oriente (per tacere della Libia), rendono incerti i mercati, perché incerto è sia l’approvvigionamento di energia (in tutti e due gli scenari di guerra ci sono i nostri fornitori di gas e petrolio) sia le potenzialità delle nostre esportazioni.

Buone (buonine, in verità). I consumi, secondo Confcommercio finalmente ripartono. C’è un aumento dello 0,3 % a luglio rispetto a giugno, anche se il dato generale è ancora stabile. Forse gli italiani stanno spendendo gli 80 euro del governo Renzi? Speriamo. Per capirlo è presto.

Cattive. La fiducia di consumatori e imprese è in calo, è oramai sotto quella soglia che lascia intendere che la situazione nel medio periodo migliorerà: imprese e consumatori pensano che peggiorerà.

Buone. Al di là dell’intervento di Draghi e della BCE lo spread continua a scendere e i tassi di interesse sui titoli pubblici vanno giù. Pagheremo meno interessi sul debito.

Cattive. Ma sono davvero inferiori, questi interessi? In termini assoluti, certo sono inferiori. Anche chi non è forte con la matematica sa che il 2,6 di oggi è meno del 3 e passa dello scorso anno. Ma scende anche l’inflazione, e, con una piccola operazione, ci rendiamo conto che il 3,5 con inflazione del 2 fa 1,5, mentre 2,6 con inflazione a 0, fa 2,6. Di più ahinoi rispetto al necessario.

Quindi dobbiamo sperare nell’inflazione. Altrimenti, se i tassi scendono e il valore della moneta no, siamo nei guai.